Promuovere la collaborazione: informare, abilitare e continuare a scoprire

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26 Marzo 2015

Comunità ha l’obiettivo di diventare uno strumento di tutta la città, sia della società civile che dell'amministrazione comunale.

Quindi da una parte stiamo incontrando persone che da sole o con il proprio gruppo e associazione sono impegnate in progetti e attività sul territorio. Dall'altra facciamo lo stesso anche con le persone impegnate nell'amministrazione comunale, sia negli uffici centrali che nei quartieri.
Il 17 febbraio insieme allo staff di Rete civica abbiamo fatto un workshop con una sessantina tra rappresentanti dei settori del comune e dei quartieri del comune: volevamo capire insieme a loro come promuovere pratiche di collaborazione e trasparenza su Iperbole. Non era scontato, ma quello che è emerso dai risultati dei dieci gruppi di lavoro è anzitutto un bisogno trasversale di raccontare le attività collaborative con associazioni, imprese e cittadini: dagli orti sui tetti allo sviluppo di laboratori urbanistici, dalla sperimentazione di servizi nei nidi alla diffusione degli assistenti civici.
Raccontare è fondamentale (per poter collaborare) ma non basta, per alcuni di questi progetti è stato avviato un confronto per valutare gli strumenti da mettere online per favorire un’interazione di maggiore qualità: form e questionari al momento sono già disponibili, ma la prossima sfida è sviluppare strumenti web più articolati e maggiormente collaborativi, così da testarli e migliorarli (c’è un po’ la sensazione di test continuo in questi mesi, ci stiamo quasi abituando!).

Il confronto iniziato quel giorno ha dato il via a una sorta di tour che ci ha portato in alcune sedi di quartiere e centri civici per incontrare le persone impegnate negli urp e nei progetti di partecipazione per quasi tutti i quartieri (siamo a otto su nove).
Gli incontri sono serviti da una parte ad affrontare dubbi sui form e sulla mappa, e a raccogliere consigli sui progetti e sulle attività da valorizzare. E dall'altra hanno permesso di analizzare con cura i rischi in termini di digital divide ('che questa piattoforma non escluda chi pur impegnandosi concretamente non può o non vuole usare il web’) e le opportunità, perchè tramite Comunità comitati e gruppi informali potrebbe essere presenti online anche senza dover acquistare domini o gestire blog autonomi.

Comunità non serve solo a chi sta fuori dall'amministrazione a scoprire ciò che sta succedendo in città: come ci hanno fatto presente in alcuni incontri, anche chi lavora in quartiere o negli uffici centrali ha bisogno di sapere cosa succede nelle varie parti della città e quali sono le energie e le risorse messe in campo dalla città, ossia il capitale di saperi e di attivismo che sarà fondamentale riuscire a valorizzare, anche tramite la piattaforma.

Michele, Samanta e Gaspare / snark

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