Il sogno? Una rete urbana di aree verdi. L'Oasi dei Saperi

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26 Maggio 2015

“A partire dagli anni 80 è cominciato il periodo buio. La gente di Corticella non usciva più di casa: paura delle trasformazioni, mancanza di stimoli, effetto della televisione, o chissà che altro”. Mauro Trigari, presidente dell'Associazione Oasi dei Saperi, ricorda nella sua adolescenza un quartiere attivo, che nei decenni successivi sembrava essere svanito nel nulla. Fino a qualche anno fa, quando le cose lentamente hanno cominciato a tornare come un tempo, o almeno a provarci. Il tessuto sociale della zona si è rimesso in moto grazie alla spinta di varie realtà associative. In particolare, cinque di esse (l'Oasi dei Saperi insieme a Terraverde Onlus, Lipu Onlus, Ca’ Bura Onlus e Dentro al Nido) hanno sottoscritto con il Comune di Bologna il patto di collaborazione “Progetto Corticella: Il territorio come Cortile di tutti”.

L'Associazione Oasi dei Saperi, in particolare, dopo aver salvato dall'edificazione totale l'area compresa tra le vie Sant'Anna, Pesci e Shakespeare, ha sviluppato un progetto di recupero che tenesse conto delle sue caratteristiche storico naturalistiche. Una volta recuperati l'antico macero, il gelseto, le strutture avicole, la vigna, e inseriti (dove possibile) animali da cortile, l'area si è gradualmente trasformata in un Laboratorio Ambientale Cittadino, un'area verde la cui funzione primaria è quella di offrire alle scolaresche di nidi, materne ed elementari, ma anche di qualche Istituto Superiore (come il Tecnico Agrario Serpieri), la possibilità di svolgere programmi di educazione ambientale di qualità a costi contenuti.

Altri piccoli progetti sono in cantiere, come la riqualificazione delle tre aiuole verdi nei pressi dell'incrocio tra le vie Sant'Anna, Fonti e Corticella, l'inizio dell'area “vecchia” del quartiere.
“Facciamo il passo lungo come la gamba”, dice Mauro. “Un po' alla volta, con le risorse che abbiamo, piccoli obiettivi, costanza. Così la zona torna vivibile e gradualmente tornano a comparire quei luoghi di aggregazione - come il classico 'bar sotto casa' - che per troppo tempo si erano ritrovati vuoti e silenziosi”.

Il sogno? “Una rete urbana di aree verdi, una realtà di collaborazione e condivisione che si possa allargare a quanti più attori possibili, non solo scuole ma anche musei (con il Museo della Civiltà Contadina è già in atto un'intensa collaborazione), non solo in zona Corticella, ma estesa a tutta la città. Le periferie devono dialogare tra loro, e il centro deve essere reattivo alle loro esigenze e agli stimoli che provengono da esse, per poter garantire in cambio un supporto adeguato”. E per tutelare la biodiversità, come già ci aveva detto Fausto Amelii del Centro Interculturale Zonarelli. Intesa come insieme eterogeneo di organismi viventi che proprio grazie all'integrazione delle loro 'diversità' garantiscono la sopravvivenza e la crescita dell'intero ecosistema, sia esso naturale o culturale.

Le foto dell'Oasi dei Saperi

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