Come fronteggiare la Pandemic Fatigue (stress da Covid 19)

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Lockdown
21 Dicembre 2020

Sono passati 10 mesi dall’inizio di marzo, quando il governo, a seguito del Covid 19, ha fatto il primo lockdown ed ha imposto misure di protezione per la salute e la sicurezza personale, restrittive e di distanziamento fisico.

 

In questi mesi è stato un susseguirsi di regole di apertura e di restrizione, non sempre comprensibili, per contenere la pandemia e limitarne gli effetti.

Ora, nell’imminenza delle feste natalizie ed in vista dei movimenti che caratterizzano tradizionalmente questo periodo, si preannuncia una ulteriore restrizione.

A fronte di questa situazione che non sembra avere fine, una sensazione di sconforto, di stanchezza e sfinimento ci assale un po’ tutti, chi più chi meno, ma tutti proviamo un misto di sensazioni d’impotenza, di frustrazione, di paura, ansia, rabbia…

L’Oms, attraverso un sondaggio delle emozioni dei cittadini europei,  ha rilevato che il 60% di essi presenta notevoli segni di stanchezza e stress derivanti dal perdurare della pandemia di Covid-19.

Che cosa è la pandemic fatigue?

Con il termine pandemic fatigue si intende una sensazione di crescente fatica, di spossatezza, stanchezza, apatia, demotivazione delle persone nel mettere in atto le indicazioni dei governi, i comportamenti protettivi per la tutela della salute dei singoli e delle comunità. Questa reazione è normale dopo un lungo periodo di sacrifici di cui non si riesce ad apprezzare il beneficio, dato che le restrizioni continuano.

La pandemic fatigue è dunque una “reazione naturale” di adattamento che le persone mettono in atto a fronte di una situazione di cui non intravedono la fine. Questa “reazione” è allo stesso tempo di natura cognitiva, psichica, emotiva, fisica, comportamentale . 

Le persone sono dotate, biologicamente e psicologicamente,  della capacità di adattamento di fronte ad eventi della vita che le coinvolgono e che percepiscono più o meno “pericolosi”. Per far fronte a “stressor” di varia natura,  mettono in atto strategie di adattamento (problem solving, protezione, rassicurazione, evitamento, distrazione…) a più livelli.

All’inizio di una situazione ritenuta critica le persone si “allarmano” e cercano delle soluzioni per affrontare il “pericolo”, la “criticità”, facendo ricorso alle risorse e alle capacità che hanno a disposizione, attingendo dalla propria capacità di sopravvivenza.

Se la situazione critica si protrae nel tempo senza i risultati sperati, questa capacità si rivela inefficace e tende ad esaurirsi. Ciò può spingere le persone ad essere ancora più reattive nella speranza di trovare una soluzione.

Ma se la soluzione non si trova 

 

  • perché si è di fronte a qualcosa di sconosciuto,  
  • o perché la situazione richiede “nuove e diverse capacità”, 
  • o perché si procede per tentativi in quanto non esiste un apparato di conoscenze e capacità codificato, 
  • o perché sono necessarie altre risorse e/o cambiamenti nelle abituali condizioni di vita e di lavoro,
  • o perché la soluzione "sperata" non è realistica, 

 

le persone possono sperimentare un senso di sconforto e smarrimento.

Si trovano a dover affrontare due criticità:

  • una esterna, connessa alla situazione oggettiva inaspettata, imprevedibile (il coronavirus sars covid 2 ), e alle scarse conoscenze e capacità del sistema e del contesto sociale di affrontarlo,
  • una interna, legata al riconoscimento, alla consapevolezza di non avere le conoscenze e le capacità proprie di affrontarlo, una sorta di senso di impotenza.

Entrambi le difficoltà sollecitano un cambiamento, un diverso stile di gestione, che non sempre la persona immagina possibile, anzi più spesso subentra una sensazione di malessere derivante da una perdita di controllo, di disorientamento sulla propria vita e sul contesto più generale, di deprivazione e di costrizione.

E’ proprio a questo punto che può subentrare la stanchezza, l'affaticamento fisico e mentale, la demotivazione, la sfiducia, lo sfinimento.

I messaggi fondamentali riguardanti le misure di prevenzione (igiene, distanziamento sociale, riduzione dei movimenti e dei contatti…) e di protezione (indossare le mascherine… ) sono percepiti come sempre meno efficaci e ciò aumenta la sensazione di affaticamento, di sfiducia.

Si innesca un circolo vizioso in cui per uscire dal problema “si fa di più della stessa cosa”.

“Più sfugge il controllo, più si controlla, più sfugge il controllo”

  • aumento della sensazione di perdita di controllo personale e sociale,
  • aumento della sfiducia nelle azioni di governo politico, economico, sociale,
  • i costi percepiti (danni economici e finanziari, mancanza di futuro…) della risposta possono iniziare a superare i rischi percepiti legati al virus,
  • aumento del desiderio di autodeterminazione e di libertà,
  • diminuzione della minaccia percepita del virus, abitudine alla sua esistenza, 
  • non rispetto delle misure di sicurezza e protezione,
  • aumento dell’inefficacia delle misure adottate per contenere gli effetti della pandemia,
  • ….

In questa situazione si verifica un effetto paradossale di rinforzi negativi che mantiene e fa lievitare il disagio a livello individuale e sociale.

Cosa fare per fronteggiare questa situazione?

Per superare una situazione problematica ci sono tre diverse possibilità:

  1. Uscire dalla situazione, se è possibile
  2. Rimanere, rassegnarsi e/o fare cose che peggiorano la situazione
  3. Rimanere, cambiare quello che può essere cambiato, accettare quello che non può essere cambiato e vivere secondo i propri valori

A proposito dei disagi causati dalla pandemia, uscire dalla situazione non è possibile, in quanto si tratta di qualcosa che colpisce l'umanità in maniera globale. Rimangono le opzioni n.2 e n.3.

Almeno una volta nella vita, tutti noi abbiamo scelto  l’opzione n.2. Rimaniamo in una situazione problematica,  non facciamo il possibile per migliorarla, invece facciamo cose che peggiorano la situazione, mettiamo la nostra vita in stand by e lasciamo che il problema consumi tutti i nostri momenti di veglia. Non pratichiamo l’accettazione e non viviamo secondo i nostri valori.

La realtà ci prende a sberle!
 

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